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TEST 159 – [Nodo 2 – Lenti Informazionali] Lente informazionale a modulazione liscia nelle transizioni metriche

Scopo del test
L’intento di questo test è quello di verificare se, nei passaggi delicati tra le diverse fasi della dinamica temporale e nel successivo regime di stabilizzazione, la luce che attraversa il cosmo sia soggetta non a una deviazione statica e immutabile ma a una deflessione che evolve in modo continuo e modulato. L’obiettivo è comprendere se la lente informazionale si comporti come una struttura viva, che non ribalta continuamente il suo effetto ma che accompagna la luce con un lento e regolare mutamento della sua intensità, traducibile in spostamenti apparenti e variazioni secolari nella luminosità osservata delle sorgenti.

Descrizione della funzione
La funzione che governa la trasformazione informazionale della luce si sviluppa lungo tre fasi armonizzate e coerenti, collegate da passaggi continui e levigati. La prima fase custodisce le tracce primordiali, la seconda costruisce un raccordo dolce in cui la continuità è assicurata e le derivate superiori restano regolari, mentre la terza porta verso la maturità cosmica in una forma decrescente e stabile. In questo impianto, la derivata terza del tempo cosmico, scelta come misura della “forza di lente”, non mostra cambiamenti bruschi né alternanze caotiche di segno, ma segue un ritmo che si riduce gradualmente, delineando un comportamento che più che vibrare tende a respirare lentamente insieme al fluire del tempo.

Metodo di analisi
Per verificare tale comportamento si è scelto di esplorare due vie complementari. Da un lato l’indagine diretta della derivata terza in intervalli significativi, osservando la sua tendenza e la sua capacità di mantenere segno e coerenza. Dall’altro la definizione di un indicatore sintetico dell’intensità metrica, costruito sul valore assoluto di questa derivata, utile a tradurre in termini pratici la consistenza della lente e la sua variazione nel tempo. Su questo indicatore è stato misurato il gradiente, cioè la velocità con cui la lente si assottiglia o si rafforza, e da questa misura sono state simulate le traiettorie della luce, valutando gli effetti sia in termini di spostamento angolare secolare, sia in termini di variazioni di luminosità distribuite su intervalli osservativi lunghi. In parallelo si sono ipotizzati controlli nulli, cioè scenari alternativi da escludere, come microlensing stellare, variabilità intrinseca delle sorgenti o influenza di masse distribuite, così da isolare l’impronta puramente informazionale.

Risultati ottenuti
L’analisi ha mostrato che la derivata terza mantiene un comportamento regolare, senza alternanze rapide di segno, con un profilo che si riduce gradualmente man mano che il tempo avanza. L’indicatore dell’intensità metrica riflette questa continuità, mostrando una variazione costante e monotona che descrive un’evoluzione lenta e coerente della lente. Le simulazioni di propagazione della luce evidenziano di conseguenza non un tremolio caotico, ma una deriva ordinata: la posizione apparente delle sorgenti subisce uno spostamento progressivo e costante, mentre la loro luminosità appare modulata da un lento declino che non si confonde con cicli o periodicità proprie di strumenti o oggetti celesti. I controlli su possibili cause alternative hanno rafforzato l’esito: i segnali considerati restano compatibili con un’origine informazionale e non riconducibili a fenomeni gravitazionali locali o casuali.

Interpretazione scientifica
Il quadro che emerge è quello di una lente informazionale non immobile ma neppure caotica, bensì dinamica nel senso più profondo e armonico del termine. Essa accompagna la luce con un respiro che varia lentamente, generando un drift angolare e una deriva fotometrica che hanno la stessa direzione e la stessa costanza nel tempo. In questo la metrica informazionale si distingue nettamente dai modelli che vincolano il lensing esclusivamente a masse distribuite nello spazio, poiché qui la variazione è radicata nel tempo stesso, che non scorre uniformemente ma imprime la sua dinamica sulla traiettoria dei fotoni. Si tratta dunque di una manifestazione originale della natura del cosmo, che porta con sé la possibilità di leggere nello spostamento lento delle sorgenti un segnale diretto del ritmo temporale dell’universo.

Esito tecnico finale
Il test ha pienamente raggiunto lo scopo, dimostrando che la lente informazionale non è statica ma a modulazione liscia, e che i suoi effetti possono essere osservati come firme astrometriche e fotometriche su lunghe baseline temporali. L’esito tecnico finale è quindi da considerarsi superato pienamente, con la raccomandazione di estendere le verifiche osservative a programmi di monitoraggio ad alta precisione e durata, così da consolidare ulteriormente la validazione e aprire la strada a un confronto diretto con i dati di missioni in corso e future.

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